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domenica 13 dicembre 2009

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Isola Tiberina e Ghetto

Secondo la legenda i romani, cacciato il Re Tarquinio il Superbo,gettarono nel Tevere tutto il grano proveniente dai campi di proprietà del sovrano. Questo insieme ai detriti accumulatisi nel corso del tempo contribuì a formare l’isola che assunse la forma di nave solo successivamente a seguito della fondazione del tempio di Esculapio, dio greco della medicina . Narra infatti la legenda che a causa di una gravissima epidemia si decise di mandare un ambasceria ad Epidauro presso il tempio del Dio, la nave di ritorno dalla missione si arenò proprio sull’Isola Tiberina e dalla stessa nave usci un serpente (simbolo del dio) per stabilirsi proprio nell’Isola, segno che lì si sarebbe dovuto erigere il tempio in onore del dio . Oltre al Tempio venne eretto al centro dell’Isola un obelisco a mo di albero maestro di una nave e vennero costruiti i due ponti di collegamento ai due versanti della terra ferma (Ponte Fabricio – unico ponte della città antica ancora interamente conservato e Ponte Cestio), che a loro volta possono ricordare gli ormeggi di una nave. Da allora (I Sec AC) l’Isola assunse un’importanza ed un ruolo fondamentale come luogo per la gestione della salute pubblica della Città; nel 1584 fu costruito sul posto dove sorgeva il Tempio di Esculapio l’Ospedale Fatebenefratelli (probabilmente il più antico ospedale di Roma), tuttora funzionante, e simbolo , proprio per quanto detto sopra, di appartenenza alla città: si dice infatti che chi è romano di generazioni nasce proprio in quest’ospedale.

In prossimità dell’isola , sul versante sinistro del fiume , già a partire dalla metà del 1500 si cominciarono a stabilire i cittadini di religione ebraica, e su quell’area che va da ,Monte Cenci ,a via del Portico d’Ottavia, passando dal Teatro di Marcello, fino al Lungotevere si decise a seguito della bolla papale del 1555 di Papa Paolo IV di insediare il ghetto ebraico.
Il Portico d’Ottavia dei giorni nostri è quello che rimane di un edificio monumentale fatto costruire dall’Imperatore Augusto in memoria della sorella Ottavia; edificio che comprendeva due templi,due biblioteche ed era ricco di numerose opere d’arte .
All’interno dell’arco (resto dell’antico portico) si apre la porta della Chiesa di S Angelo in Pescheria (una delle quattro chiese in cui i cittadini ebrei si dovevano recare quattro volte l’anno per ascoltare le prediche che avevano lo scopo di convertirli alla religione cattolica). Il nome “Pescheria” è dovuto al fatto che sin dal medio Evo , quella zona e le rovine prospicienti al portico erano utilizzate come mercato del pesce, grazie alla vicinanza del Tevere e dell’Isola Tiberina sulle cui rive sbarcavano le casse dei pesci provenienti dal mar Tirreno.


Itinerario dall’ Isola Tiberina al Ghetto.

Dopo aver visitato la Basilica di San Bartolomeo (costruita sulle rovine del tempio di Esculapio) al cui interno si trova un antico pozzo con bassorilievo raffigurante probabilmente i tre santi ( Adalberto, Paolino e Bartolomeo) a cui inizialmente era stata dedicato il primo nucleo della chiesa , fatta costruire dall’imperatore Ottone III, ci si dirige verso il Ghetto.

Attraversando il ponte Fabricio si arriva sul Lungotevere de Cenci davanti alla Sinagoga con la sua caratteristica cupola quadrata, si procede per via del Portico D’Ottavia, più avanti sulla destra si aprono due strette stradine (vicolo della Reginella e vicolo di Sant’Ambrogio) che ci riportano indietro all’immagine del Ghetto come doveva essere prima della riedificazione di fine 800.

Percorrendo il vicolo della Reginella si arriva a piazza Mattei dove troviamo la bellissima fontana delle tartarughe (progetto di Giacomo della Porta e lavori dello scultore Taddeo Landini). La fontana era stata inizialmente prevista nella piazza adibita al mercato (la vicina Piazza Giudea) , ma a fronte delle pressioni di Muzio Mattei venne costruita nella piazza di fronte al palazzo di famiglia.

Ritornando per via di Sant’Ambrogio ed incrociando via Catalana , piegando a destra si arriva a Piazza delle Cinque Scole. Il nome della piazza deriva dall’edificio che raccoglieva le cinque scuole ebraiche : la Scola Nova, la Scola del Tempio, la Siciliana, la Castigliana e la Catalana. Qui troviamo un altra bellissima fontana , ideata da Giacomo della Porta , precedentemente situata nella vecchia Piazza Giudia , ed eseguita dallo scultore Pietro Gucci.




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